Se c’è un periodo dell’anno nel quale tutto torna anche solo per qualche giorno a sembrarci quasi normale e privo, apparentemente, di preoccupazioni è proprio questo. Quando ormai la fine di un anno è ormai alle porte. Le festività hanno con loro questo potere, come talvolta anche una sorta di malinconia. Mai come quest’anno credo che di questo periodo ce ne fosse bisogno per quanto poi, mai come negli ultimi anni, questi mesi coincidono con quelli forse più duri per tante famiglie e imprese. E il periodo quindi poi paradossalmente invece che lenire, acuisce le criticità. Siamo tutti chi più e chi meno in questi giorni a barcamenarci nel capire la legge di Bilancio, a chiudere i nostri di bilanci. Siano essi quelli fiscali o legati semplicemente a quello che abbiamo costruito o meno in un anno e a pensare quello che in prospettiva sarà e si farà. Di noi e del nostro Paese. Sul lato prettamente aziendale questo è stato un anno per noi in DELLORTO fondamentale. Di ripresa vera con il raggiungimento di obbiettivi importanti su vari fronti e che hanno confermato un trend comunque positivo, tale anche nei difficili anni della pandemia. Il prossimo sarà l’anno delle riaperture, intese come aperture verso l’estero e il ritorno alle grandi manifestazioni e incontri internazionali, soprattutto verso il mondo asiatico. Sarà per noi l’anno dei 90 anni della DELLORTO, di questa nostra realtà che mai come in questi mesi ha saputo concretizzare progetti ambiziosi sull’ innovazione legata al prodotto, pur rimanendo fedele al proprio core business. Aprendosi a nuovi scenari che non sono in contrasto, ma integrativi di quella che è la nostra filosofia. Si fanno prodotti nuovi e innovativi e si accresce un know-how di quella che almeno in parte credo dovrebbe essere l’industria 4.0. Non siamo certo gli unici, anzi, credo che il panorama italiano in tal senso sia più strutturato e organizzato di come viene dipinto. Questo non vuol dire che vada tutto bene. Ma credo vi sia una base solida sulla quale questo Paese può o meglio dovrebbe investire e in alcuni casi forse, permettetemi, prendere esempio. Questo vuole essere il mio auspicio e il mio augurio che oltre a tutti voi, si estende alle vostre realtà e famiglie. Un augurio per un Paese che sappia ritrovarsi e valorizzarsi, oltre che valorizzare. Cosa che ancora fa poco se non per niente. Un Paese che sappia vendere e aprirsi ai nuovi mercati, non svendere. Qualcuno lecitamente potrà pensare che tiri acqua al mio mulino, al mondo che fa impresa e che è a me più vicino. Però è altrettanto vero che se non ora, dopo anni terribili, finiti in parte, quando dovrà ripartire questo Paese? E perché non dovrebbe farlo proprio dal mondo dell’impresa? Auguri a voi di vero cuore e auguri a noi tutti come Paese, speriamo, quanto prima ritrovato.
Se una cosa non ti è costata nessuna fatica, vuol dire che l’hai fatta male.
(Dan Brown)