Come se non bastassero già i tempi che corriamo, da oltre due anni a questa parte almeno, a volte è proprio vero che se le cose vanno male probabilmente rischiano di andare peggio. Se poi siamo noi, intesi come persone e non madre natura come avvenuto nel recente passato, ad aggravare le cose, più che una riflessione credo urga un esame di coscienza da parte di qualcuno. Parlo del teatrino o meglio sarebbe dire del circo dell’irresponsabilità che è stato messo in scena in queste ore, in questo Paese. Un Paese che non bastassero tutte le note congiunturali e i dati negativi che lo stanno contraddistinguendo in questi mesi, alla vigilia di importanti decisioni su Ddl, misure per il PNRR e riforme, viene messo in stand-by. Non entro nel merito della discussione politica anche perché francamente credo che in questo momento le priorità per gli italiani siano altre, piuttosto che capire i motivi di una crisi che probabilmente fino in fondo credo non sappiano nemmeno coloro l’hanno innescata. Però da imprenditore e ancor prima da cittadino provo profonda vergogna e anche un po’ di fondata preoccupazione per quello che accade e che potrebbe accadere. Dopo mesi se non anni di immobilismo, su vari fronti, quello di cui proprio questo Paese non ha bisogno è di fermarsi, ancora. Poi sono il primo, come altri e come credo sia giusto nell’ ottica di un sano confronto, che ha mosso critiche quando l’ha reputato opportuno, anche su provvedimenti in discussione in questi mesi. Ma la dialettica e il confronto a livello istituzionale non possono tramutarsi in un gioco di ripicche e rivincite a livello personale, ancor più se questo accade ai più alti livelli istituzionali. Men che meno quando c’è in discussione il futuro di un Paese alla vigilia di un certo non roseo autunno che sembra prospettarsi a livello globale.
“Molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa ma non le sue conseguenze”.
JOSÈ ORTEGA Y GASSET