Dopo il rinvio del voto europeo sul bando dei motori termici nel 2035, certamente sorprende un aspetto. Il fatto che si sia via via alimentato un dibattito, per così dire, tra fazioni di favorevoli o meno all’ utilizzo del motore elettrico. E parimenti è avvenuto mettendo invece sotto processo i motori endotermici. Cosa che sembrerà normale ma che sottolinea invece quanto forse in tanti non abbiano ancora ben chiara la situazione e che soprattutto la partita si gioca e giocherà su un altro aspetto. Perché non si parla di introdurre e sostituire i motori endotermici, ovunque essi trovino applicazione, con i corrispettivi elettrici. Si è paradossalmente riusciti a creare confusione e una divisione in fazioni senza centrare il punto. Il concetto è tutt’altro. Questo non voto potrebbe portare finalmente a fare una scelta in direzione della neutralità tecnologica. Non è quindi questione di elettrico contro endotermico. Perché se l’endotermico riuscirà a rispettare i target di CO2 richiesti, magari affiancandogli motori elettrici (leggasi ibrido) e o con l’utilizzo di biocombustibili, giusto per fare due esempi di tecnologie già presenti, perché non sfruttarle? In base al già citato principio della neutralità tecnologica non è giusto scommettere su una sola tecnologia. Oltretutto il motore endotermico in futuro, diversamente dalle date che circolano, non sarà morto. Stime degli analisti*, ci dicono che nel 2050 ben il 67% delle auto che circoleranno nel mondo monteranno ancora motori a gasolio, benzina o ibridi. Come è quindi anche solo pensabile far sparire o riconvertire in toto ad esempio tutta una filiera di imprese legate alle manutenzioni e alla ricambistica? Senza contare che poi per quanto riguarda il mondo delle moto e per chi produce meno di 10.000 vetture all’ anno, queste oggi teoriche regole non si applicheranno o usufruiranno di deroghe. Così come ovviamente non troveranno applicazione al di fuori dell’U.E.. È inutile e non costruttivo quindi farla diventare una battaglia tra motore elettrico ed endotermico. Devono e dovranno necessariamente convivere in virtù di quella neutralità tecnologica che pare l’unica via sensata per raggiungere tutti gli obbiettivi futuri in materia.
*previsioni Osservatorio Autopromotec, sulla base di studi del Bloomberg New Energy Finance, Goldman Sachs e del Gruppo Wood Mackenzie
Una delle migliori definizioni dell’intelligenza è “flessibilità”: cioè la capacità di trovare le soluzioni giuste non marciando diritti per la propria strada, ma cercando altri percorsi più fruttuosi.
Piero Angela