Se i parametri che l’Unione Europea ha fissato per definire il nuovo standard EURO7 rimarranno tali, è chiaro e lampante a tutti che avremo un problema e anche grande per quanto riguarda soprattutto il comparto automotive. In Italia come in Europa. Dico questo sottolineando innanzitutto e non certo rinnegando che per noi in DELLORTO qualità dell’aria, decarbonizzazione e sostenibilità sono tre capisaldi della visione strategica aziendale. Da anni investiamo in ricerca, sviluppo e innovazione di soluzioni per propulsori termici ed elettrici in grado di supportare la mobilità del futuro. Ma al contempo riteniamo che la proposta inerente all’ EURO7 non possa prescindere dagli aspetti legati all’abbattimento dei gas serra ed alla valutazione dell’impatto socio-economico. Nel dettaglio chiediamo che EURO7 tenga conto intanto di tempistiche compatibili con i processi di sviluppo dell’industria automotive. Ad oggi la data fissata è quella di Luglio 2025. Praticamente dopodomani. Inoltre riteniamo che si debba adottare per questo nuovo standard un metodo di misura della CO2 che includa l’effetto dei combustibili da fonti rinnovabili, oltre che metodi di prova affidabili ed economicamente sostenibili. Lo sviluppo dei motori a combustione è, nella nostra concezione, sinergico alla progressiva elettrificazione, in uno scenario basato sulla neutralità tecnologica. Propulsione termica ed elettrica non sono mutuamente esclusive, ma complementari, in funzione dei diversi profili di impiego. L’elettrico è perfetto per la mobilità di corto raggio, urbana. In futuro forse anche autonoma. Meno performante invece, al netto delle tecnologie e delle infrastrutture odierne, lo è per il medio e lungo raggio. Così come per i veicoli commerciali. Per questo chiediamo a gran voce una seria riflessione su questo. È fondamentale che lo scenario legislativo sia ben ponderato, trasformando la transizione ecologica da minaccia al settore della mobilità, ad occasione di rilancio dell’industria automotive europea. Sono personalmente favorevole ad una politica che ponga degli obbiettivi e crei opportunità per realizzarli. Meno favorevole e sensata mi pare invece quella che impone le soluzioni tecniche per raggiungerli. Anche perché si stanno escludendo diverse tecnologie che potrebbero allungare di diversi anni la vita dei motori a combustione interna. Pur sempre con l’attenzione massima a quelle che sono le emissioni. È una situazione che nel mondo automotive interessa buona parte se non tutti i player europei. Se non ci sarà in tal senso una revisione dello standard da parte dell’U.E. il rischio concreto che il comparto automotive, in toto, diventerà una partita che si spartiranno Stati Uniti e Cina, dove invece che fissare paletti si fanno piani d’ investimento e a sostegno dell’industria, sarà molto alta.
“La maggior parte dei nostri dolori ce li fabbrichiamo da noi”.
GIOVANNI VERGA