Il voto espresso dal Parlamento Europeo sugli otto dossier del pacchetto Fit for 55 come avevo sottolineato “a caldo” da quella votazione non sembrava aver soddisfatto tutti. In questi giorni poi che anche da “Berlino” sembrano arrivare i primi pareri contrari soprattutto sul bando dei motori termici nel 2035 è facile presagire che da qui all’ autunno prossimo, quando tra passaggi vari in commissioni si arriverà all’ approvazione del testo finale, che sia a livello comunitario che nazionale per quanto ci riguarda ci sarà da far valere in maniera seria e compatta le ragioni di questo “dissenso” almeno su quel punto. Che beninteso non è un essere contrari alla transizione, ma un voler allargare gli orizzonti e arricchire il pacchetto dell’offerta con anche nuove tecnologie, oltre all’ elettrico, in tema di mobilità sostenibile, come si sta cercando di fare con gli eco combustibili. Perché chiudere ad altre opportunità? Si deve riconvertire e creare una nuova filiera ma non è pensabile farlo azzerando decenni di ricerche e investimenti che oltre nell’ automotive oltretutto portano anche innovazione in tanti altri comparti dove trovano applicazione. Voglio augurarmi che ai vari livelli istituzionali prevalga non solo il buon senso ma compattezza di visione. Perché poi non sarà solo questione di Italia e Germania, ma di tante altre realtà comunitarie tagliate fuori dall’ industria automotive del futuro da un’Europa, che in maniera quasi tafazziana, potrebbe dettare regole che paradossalmente e seppur indirettamente andrebbero a vantaggio di paesi extra U.E. .
