Oltre 85 anni di storia caratterizzata ininterrottamente dalla passione per i motori. E un percorso fatto di tappe e cambiamenti epocali che, dal cuore della Brianza, l’hanno portata a essere leader a livello mondiale e protagonista assoluta della rivoluzione delle due ruote che scatterà in India a partire dal prossimo anno. Quella della Dell’Orto Spa, azienda famigliare che produce componenti per il mercato moto e automotive, fondata nel 1933 a Seregno, in provincia di Monza, è oggi operativa a Cabiate, a pochi chilometri di distanza ma già in provincia di Como, è la storia di una realtà capace di raggiungere il successo e governare il progresso tecnologico senza subirlo in un settore in costante e rapida evoluzione. Se l’avventura imprenditoriale è nata con la produzione di carburatori per motociclette, che ha caratterizzato l’attività per oltre mezzo secolo, «tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, quando con l’evoluzione della tecnologia il carburatore ha lasciato spazio all’iniezione elettronica, ci siamo trasformati prima da azienda meccanica in azienda meccatronica, co-minciando a produrre i corpi farfallati, per poi diventare anche azienda elettronica con la produzione dell’intero
sistema di iniezione per le moto», racconta Andrea Dell’Orto,vicepresidente esecutivo di Dell’Orto Spa, nonché presidente di Confindustria Ancma e di Eicma, l’Esposizione internazionale del ciclo e del motociclo.
Un cambiamento grazie al quale «le nostre attività, che prima erano prevalentemente rivolte alle moto, si sono ampliate al mondo delle auto», prosegue Dell’Orto. Oggi, infatti, tra i clienti dell’azienda brianzola ci sono i principali marchi europei, da BMW ad Audi, da Volkswagen a Volvo, da Renault al gruppo PSA, ma anche marchi più esclusivi come Ferrari, Aston Martin e Porsche.
L’altro grosso cambiamento è stato lo sforzo per la conquista di mercati più lontani.
«La crisi del 2008 ha fatto crollare il fatturato e ci ha costretti a riorganizzarci per andare su mercati in cui lamoto rappresenta il mezzo di trasporto principale, come l’India», spiega il vicepresidente esecutivo. Primo mercato al mondo, con 20 milioni di moto vendute all’anno contro il milione in media in tutta Europa, l’India nel 2020 passerà dal carburatore tradizionale al sistema ad iniezione.
«La sfida alla quale ci siamo preparati negli ultimi anni è quella di essere protagonisti di questo passaggio epocale: vogliamo fare in India i numeri che facciamo in Italia», sottolinea Dell’Orto.
«Noi siamo in India dal 2009 e abbiamo avviato importanti produzioni in partnership con i più grandi produttori indiani».
Lo scorso anno, poi, l’azienda brianzola, che in India ha un impianto produttivo con oltre 130 dipendenti, ha siglato una joint venture strategica con Varroc, uno dei leader nel settore moto, per lo sviluppo di sistemi di iniezione sul mercato indiano. «Se oggi l’India pesa solo per il 12-15% sul nostro fatturato, nei prossimi tre/quattro anni è destinata ad aumentare considerevolmente il proprio peso», annuncia Dell’Orto. È questa una delle strategie attraverso cui l’azienda conta di incrementare il proprio fatturato del 50% nei prossimi tre/quattro anni, passando dagliattuali 100 milioni di euro all’anno a circa 150 milioni. Non solo. «Stiamo sviluppando la presenza in Cina, oltre a tutta la presenza nel mondo dell’auto e alle nuove tecnologie».
Il riferimento è alla mobilità elettrica. Da un lato le auto, con il tema del thermal management e la necessità di gestire il raffreddamento delle batterie, che scaldano molto. Dall’altro quello delle due ruote. «Riteniamo che sulla parte elettrica per le due ruote ci siano grandi possibilità di sviluppo, anche in considerazione del fatto che le moto si ricaricano più facilmente e rapidamente perché le batterie sono più piccole», sottolinea il vicepresidente di Dell’Orto Spa, che nello stabilimento di Cabiate occupa circa 380 dipendenti. Una sfida già lanciata, nella quale il confronto è con grossi gruppi multinazionali, rispettoai quali «il fatto di essere una realtà piccola rispetto alle altre del settore ci dà vantaggi in termini di flessibilità».
