Uno dei temi più attuali resta sempre quello dell’innovazione tecnologica, particolarmente sentito in Brianza, da sempre patria del manifatturiero. Come stanno rispondendo in generale le aziende alla necessità di innovazione?
Le aziende della Brianza sono molto attente ai temi dell’innovazione tecnologica, e sentono di poter giocare un ruolo importante nella competizione internazionale anche grazie all’uso delle nuove tecnologie. Come Associazione, abbiamo visto negli ultimi due anni significativi investimenti da parte delle imprese, certamente facilitati dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Quello che è certo è che il solo investimento in tecnologia, per quanto necessario, non è sufficiente: gli impatti più rilevanti si determinano attraverso un ripensamento dei processi e delle organizzazioni, e con sforzi importanti sul fronte del capitale umano, sia in termini di nuove figure con nuove competenze sia in termini di re-skilling del personale esistente. C’è poi una dimensione che ha un particolare valore per le imprese della Brianza: le nuove tecnologie digitali che, come per esempio l’applicazione dell’IOT sviluppata da molte delle nostre imprese, permettono di modificare, in maniera anche sostanziale, l’offerta di prodotti e servizi da proporre ai clienti. Questa opportunità, unita all’attenzione al design, alla qualità e alla personalizzazione che hanno sempre caratterizzato la nostra industria, può davvero fare la differenza nella sfida sui mercati globali.
L’unione tra Confidustria Monza Brianza e Assolombarda è ormai consolidata ed è stata seguita anche da una fusione delle rispettive Camera di commercio. Il dibattito sulla specificità del territorio, però, è ancora aperto: il ruolo e il peso della Brianza sono cambiati?
L’alleanza con Milano ha reso più forte il ruolo e il peso della Brianza. Oggi Assolombarda è una realtà importante e attiva, un’associazione, la più grande territoriale di Confindustria del nostro Paese, attenta alla crescita delle imprese e impegnata nello sviluppo e nell’attrattività del territorio su cui queste ultime risiedono. Anche su questo, i corpi intermedi, qual è Assolombarda mai come oggi riescono a essere centrali e vitali se sono in grado di guardare oltre il mero campanilismo e fare sistema.
Infrastrutture e burocrazia sono due nodi da sciogliere anche a livello locale per garantire lo sviluppo e sostenere le aziende e il lavoro. A che punto è la Brianza a questo riguardo?
Occorre partire da una visione complessiva di sviluppo infrastrutturale del nostro territorio e dell’Italia intera. Da questo punto di vista, opporsi alla realizzazione delle grandi opere non significa soltanto opporsi alla Torino-Lione, al Terzo Valico dei Giovi o al Tunnel del Brennero, ma anche: dire no ad interi assi infrastrutturali europei e minare lo sviluppo dei porti del Nord Italia a favore di quelli del Nord Europa, da cui già oggi transitano molte delle merci dirette alla Pianura Padana. Per quanto riguarda Monza e la Brianza credo ci siano due priorità: il completamento di alcuni assi infrastrutturali, come la Pedemontana Lombarda e il potenziamento del trasporto pubblico come i prolungamenti delle metropolitane 1 e 5 a Monza e 2 a Vimercate, il potenziamento ferroviario lungo la linea Milano-Asso, la realizzazione delle metrotramvie Milano-Seregno e Milano-Limbiate. Sia le grandi opere, così come le opere di minori dimensioni siano importanti perché tutte vanno lette in una logica di sistema. La stessa logica che si dovrebbe adottare per combattere la troppo burocrazia. La soluzione si trova con la collaborazione di tutti i soggetti istituzionali. L’obiettivo comune deve tendere alla semplificazione, alla certezza dei tempi di esecuzione e alla razionalizzazione dell’organizzazione e delle procedure anche attraverso la informatizzazione dei procedimenti.
La sostenibilità sta diventando sempre più un elemento strategico delle imprese moderne. Le imprese diventano centro di valori, esprimono un’etica e una visione del lavoro e del mondo. Quanto le aziende brianzole hanno recepito questa tendenza?
La sostenibilità era già nel Dna degli imprenditori di Monza e Brianza, sia grandi che piccoli, prima che diventasse una sensibilità diffusa e, in alcuni casi una necessità. L’attenzione al territorio, all’ambiente, al mondo del lavoro con la formazione delle risorse umane sono sempre state un imperativo categorico degli imprenditori, tradizionalmente propensi a far quasi coincidere la famiglia con la fabbrica. Monza Brianza esprime un modello in cui privati, imprese, istituzioni e terzo settore collaborano per realizzare progetti ambiziosi volti al bene comune.
L’anno scorso top 500+ è stata anche l’occasione per confermare i segnali di ripresa dell’economia italiana e di quella brianzola in particolare. Quest’anno c’è lo stesso clima di fiducia?
Le aziende in classifica rappresentano le eccellenze del territorio. Si tratta di aziende che hanno superato la crisi uscendone rafforzate e fanno sicuramente da traino sul nostro territorio. Tuttavia il clima di fiducia rispetto a un anno fa ha cambiato intonazione. Il rallentamento del quadro macro economico globale ha colpito il nostro Paese facendo perdere vigore alla ripresa con il PIL in rallentamento e la produzione industriale in frenata da inizio anno. Questi segnali, che rendono le aziende più caute, iniziano a farsi sentire, sebbene in maniera più debole, anche sul territorio brianzolo. Ciononostante sono fiducioso che le nostre imprese manifatturiere, un’eccellenza riconosciuta nel mondo, continuino a fare da traino all’economia del Paese, anche grazie allo loro capacità di fare sistema.
Il Cittadino – 6 Dicembre 2018