Spero che quella di De Benedetti sia stata solo una provocazione. Stupida, ma solo una provocazione. Se non lo fosse, ci sarebbe da preoccuparsi. “Berlusconi ha corrotto un giudice, cosa c’è di più grave?”.
Sgombriamo sùbito il campo dagli equivoci: è grave. Come lo è farsi corrompere, detto per inciso. Ma di cose più gravi, molto più gravi, ve ne sono eccome, e il buon Carlo forse le dimentica. Qualche esempio? Stuprare una donna; rapire un bambino; ammazzare una persona; accoltellare un rapinato perché non Ti da il portafogli; far saltare per aria Carabinieri e Poliziotti in qualche attentato. E la lista potrebbe allungarsi a dismisura, pressoché all’infinito.
Ma l’efficienza impone di segnalare, sùbito, il comun denominatore dell’elenco che De Benedetti pare non aver considerato: le PERSONE.
Abbiamo dimenticato, in Italia, i reati contro le PERSONE. La caccia è tutta ai white collars, e ai reati di stampo economico, il che non è un principio sbagliato, come hanno insegnato Falcone e Borsellino. Tutt’altro. Ma la delinquenza non opera solo coi bonifici cifrati alle Caymans; incide, ogni giorno, anche direttamente sulla pelle delle PERSONE, specie di quelle più deboli. Il sentimento di insicurezza è ormai così diffuso che non rileva nemmeno più.
Se l’imprenditore che ha ricevuto il risarcimento probabilmente più alto della storia della Repubblica Italiana non esprime soddisfazione perché il sistema “gli ha dato ragione”, e a distanza di anni inveisce ancora contro l’avversario, beh, c’è qualcosa che non funziona: in lui, e nel “sistema” che gli fa da grancassa. Al netto del fatto che l’avversario non si sbeffeggia, mai, specie e ancor di più quando è in difficoltà personale, credo che alimentare livori e divisioni, soprattutto in questo periodo così difficile e con all’orizzonte ancora tante incertezze, è da irresponsabili. E lo è ancor più se la singolar tenzone è di natura “privata”, e se chi la alimenta è personaggio “pubblico” le cui parole godono di risonanza mediatica.
Spero, ardentemente, che in Italia si sappia recuperare il senso vero e ultimo delle PERSONE; nella Politica, nell’Economia, nella Giustizia, nelle tante, difficili e complicate scelte di un Paese che deve affrontare sfide sempre più impegnative per crescere. A Silvio Berlusconi faccio i miei migliori auguri perché si riprenda presto, e superi anche questo difficile momento. A Carlo De Benedetti faccio l’augurio che il Covid-19 nemmeno lo sfiori. Perché, a prescindere dalle simpatie verso l’uno o verso l’altro, non m’importa che siano o siano stati Presidenti, imprenditori, governanti, capitani d’industria: entrambi mi stanno a cuore perché, prima di tutto, sono PERSONE. Anche loro.