Mi son preso qualche giorno prima di commentare quella che ad oggi è ancora una bozza della Legge di Bilancio anche perché oltre che essere ancora in fase di definizione credo, al di là di tutto e di come la si possa pensare, che le cose vadano valutate nel complesso e non solo sulla base di indiscrezioni vere o presunte. Detto questo, ad oggi almeno, la sensazione che ci si trovi davanti ad una “manovra” tiepida o quasi è quanto mai forte. In linea generale credo che per quanto attenga almeno i temi chiave e le modalità d’ intervento la rotta possa su alcuni punti, non tutti, anche essere quella giusta e in parte condivisibile. Non sembra lasciare però il segno e non sembra essere incisiva come ci si aspettasse. È chiaro che la coperta sia troppo corta, lo è sempre da che esiste l’uomo e la Legge di Bilancio. Ed è oltremodo chiaro che vi siano vincoli europei dai quali non ci si può esimere. Detto questo se nei fatti, oltre che nelle parole, si vuole aiutare davvero il made in Italy, che semplificando sono le imprese e il nostro know-how, qualcosa in più andava e andrà fatta. Non voglio soffermarmi troppo sulle percentuali di taglio al cuneo fiscale che probabilmente cambieranno ancora e vedremo come e su chi andranno ad incidere. Idem sugli incentivi alle assunzioni, ma ad oggi pare un po’ poco. Non perché debba guardare al mio in veste d’ imprenditore e come tale debba recriminare sul fatto che per impresa e lavoro qualche miliardo in più forse si dovrebbe destinare. Inoltre sul tema critico dell’energia non è chiaro come questi 21 Miliardi stanziati potranno avere effetto positivo ad esempio su un’azienda discretamente energivora come la mia. Mettere un cap sul prezzo delle rinnovabili influisce ben poco sul valore a cui comprerò l’energia nel 2023 e ad oggi la sensazione che per accontentare molti con questa manovra in realtà si stia scontentando quasi tutti credo prevalga. Ancor di più se pensiamo al periodo storico dal quale arriviamo e che ancora è in corso. Più di qualcuno, e mi ritrovo in questa filosofia, ha sottolineato quanto questo sia a tutti gli effetti un periodo praticamente da dopo guerra se pensiamo agli effetti devastanti della pandemia a livello sociale ed economico. Senza contare la guerra, quella vera, che ancora è in corso alle porte d’ Europa e che incide ulteriormente su questo scenario. Ancor di più ora che si affaccia deciso un gelido inverno.
“Se sei incerto sulle decisioni da prendere, scegli le più difficili, le uniche che non ingannano”.
VALENTINO BOMPIANI