«A giugno partirà il Digital innovation hub» anticipa Andrea Dell’Orto di Assolombarda.
Nelle classifiche europee l’industria italiana è seconda per valore aggiunto – meglio di noi solo l’imprendibile Germania – eppure il declino della manifattura made in Italy non s’arresta. I numeri raccontano che dal 2000 a oggi il suo peso rispetto al Prodotto interno lordo è sceso dal 20 al 16 per cento e che il trend non accenna a invertirsi. «L’ultima chiamata per fermare la deindustrializzazione nel nostro Paese resta il Piano nazionale per l’industria 4.0, un’opportunità concreta di lavoro e non solo uno slogan del governo, che prevede di attivare 13 miliardi di euro d’investimenti privati grazie agli incentivi fiscali» sottolinea Andrea Dell’Orto, vicepresidente di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza con delega allo sviluppo manifatturiero medie imprese e vice presidente esecutivo dell’omonimo gruppo da oltre 80 anni al vertice della produzione di carburatori per l’automotive.
Uno dei settori, insieme al farmaceutico, più avanti nel processo di digitalizzazione e automazione dei processi produttivi che va sotto il nome di rivoluzione 4.0, ma che «può diventare un grande opportunità anche per le piccole e medie imprese, il 95 per cento del tessuto produttivo italiano». Un processo dove la Lombardia si candida a giocare il ruolo guida. «In Assolombarda abbiamo già aperto un ufficio dove si sviluppano analisi e proposte che poi vengono declinate in servizi ad hoc per le aziende» continua Dell’Orto «mentre abbiamo stretto una partnership in regione per rafforzare la formazione del capitale umano». Un modo concreto per combattere la disoccupazione giovanile. Ma il tempo stringe. «Entro giugno dobbiamo implementare il Digital innovation hub, il primo passo per disegnare le aziende del futuro».
Fonte: Mikol Belluzzi – Panorama 2 febbraio 2017