Transizione è sicuramente la parola giusta per definire queste ore cruciali per le politiche e i destini del Paese, e transizione, ecologica ed energetica, sono quelle che tengono comunque banco in questo quadro economico e sociale caratterizzato da forte incertezza. Soprattutto se pensiamo all’ approvvigionamento energetico o semplificando, a come riscalderemo le case e terremo “accesa” ai vari livelli l’industria, durante il prossimo inverno. E a che prezzo? Una o più transizioni che però non viviamo all’ insegna di una tranquilla attesa, nella speranza che il tutto si compia in tempi veloci. Parliamo di transizioni appunto, non di rivoluzioni. Come si coniugano quindi esigenze immediate e tempi differenti? O cambiando gli obbiettivi o cambiando mezzi e tempi per conseguirli. Nello specifico della transizione ecologica, ma verrebbe da dire anche per quanto attiene quella energetica, l’Europa non pare essere stata, ieri come oggi, particolarmente brillante. Di certo non pare muoversi come un sol uomo per fronteggiare crisi e sfide comuni. Vi è stata forse una certa miopia nel non considerare non dico come alternative, ma come opportunità aggiuntive, mezzi e conoscenze che possono affiancarsi ad esempio alle energie rinnovabili. Almeno in attesa di una loro completa o quasi implementazione. Ancor di più oggi vedendo le proiezioni 2023 del costo dell’energia che sarà quasi 4 volte rispetto al 2021 e che i processi di transizione appunto, ecologici ed energetici arrancano scontrandosi con la realtà dei fatti. Se penso poi al Fit for 55 che recentemente ha “demolito” i motori termici e a combustione tagliando fuori anche tutta una serie di innovazioni come i bio carburanti che oggi molto farebbero comodo e bene in tante realtà, credo si deduca come ci siano da rivedere non gli obbiettivi quanto invece si debbano riconsiderare tutte le possibili opportunità a disposizione per conseguirli. Più praticamente basterebbe andare a vedere come in Formula 1, da sempre anticipatrice delle tecnologie che avremo su strada, le nuove regole attive dal 2026 vedranno il motore a combustione interna avere un ruolo attivo nella transizione ecologica. In particolare per la parte elettrica, che andrà a contribuire al 50% della potenza con l’uso di carburanti sostenibili al 100% e di batterie riciclabili. Il tutto con una drastica riduzione dei consumi. Anche solo alla luce di questo, ma molteplici potrebbero essere gli esempi, credo che uno sforzo anche dall’ Europa dovrebbe arrivare nel comprendere che le transizioni non sono una corsa sui 100 metri, ma una gara sulla distanza per la quale ogni “energia”, passatemi il gioco di parole, può essere utile per arrivare al traguardo.
“L’uomo ragionevole si adatta al mondo. L’uomo irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a sé. Quindi tutto il progresso dipende dall’uomo irragionevole”.
GEORGE BERNARD SHAW