A quasi un mese dalle tanto sospirate, almeno da alcuni, elezioni politiche che hanno sancito una maggioranza ben delineata e che in teoria dovrebbe avere i numeri per governare il Paese, il dibattito è dominato dal monòpoli della politica. Preferisco piuttosto pensare al fatto che in questo mese inesorabilmente cresceranno le situazioni che porteranno a danneggiare gravemente la nostra economia e le nostre imprese. Chi fa impresa sa bene cosa stiamo vivendo. Il costo dell’energia e del gas nel 2023 sarà quadruplicato rispetto al 2021 e un’inflazione vicina al 10%. Il tutto con un contorno di borse in calo, prezzi delle obbligazioni che scendono e tassi di interesse che salgono di continuo. Il costo del denaro sale penalizzando chi vuole investire: materie prime alle stelle e difficoltà nel trovare sul mercato semiconduttori o relativi componenti elettronici. Il tutto condito da straordinari fenomeni speculativi. A quanti poi sottolineano agli imprenditori chiedendoci di cosa mai avremmo da lamentarci, dato che i nostri bilanci sono spesso positivi, ricordo che il 2021 è stato un anno certo di crescita, ma arrivato dopo due anni drammatici di depressione. Il 2022 non sarà così. Perché come spero e ci auguro in molti la “sfangheranno”, ma i bilanci delle imprese mostreranno le prime crepe con i budget per il 2023, che rischiano di diventare poi delle voragini. Mai come oggi fare impresa in Italia sta diventando complicato e frustrante. Oggi subiamo e siamo in balia degli eventi. Inaccettabile per un paese tra i più manifatturieri al mondo. È normale che ci siano tempi tecnici da rispettare per formare una squadra, ma quello che chiederei a chi ci governerà è di farci arrivare segnali concreti sul fatto che si agirà in tempi rapidi ed incisivi. Per le famiglie così come per il mondo Impresa. Spesso mondi più collegati l’uno all’ altro di quel che si creda. Servono come l’aria azioni a breve e riforme strutturali a medio termine. Chi ci governerà non avrà più l’alibi della instabilità e dovremmo credo assumerci tutti, inclusi noi imprenditori, la responsabilità di tracciare concretamente una via di uscita da questa crisi. Ma le imprese siano ascoltate e parte attiva nel processo decisionale e di costruzione delle misure a sostegno del settore e del sistema Paese. In attesa noi imprenditori come sempre in questi casi continueremo a lavorare, basandoci sulle nostre forze, almeno finché ne avremo, senza più illuderci ma come ci auguro, con concrete aspettative. Chi avrà questo duro compito lo faccia rispettando sempre la nostra intelligenza e quella di milioni di italiani che sanno quanto il mondo impresa non sia tutto ma buona parte di questo Paese.
“Alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre feroce da uccidere subito, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante”. SIR WINSTON CHURCHILL